DIABETE, UNA PRIORITA’ SANITARIA GLOBALE


Contrastare la diffusione del diabete è ormai una priorità per l’intera società mondiale se pensiamo che, secondo la decima edizione di “Atlas Diabetes Idf” (https://diabetesatlas.org), nel 2021 sono state 537 milioni le persone affette da diabete, e le previsioni per il futuro non sono affatto rosee: nel 2030 il numero di soggetti con diabete potrà salire a 643 milioni e nel 2045 un adulto su 8 vivrà con il diabete, per un totale di circa 783 milioni di malati nel mondo. In Italia - secondo i più recenti dati di Motore Sanità - l’incidenza della malattia è del 6%, con il coinvolgimento di circa 3,6 milioni di soggetti che ne sono affetti, ma, secondo Idf, in Europa il 36% dei casi reali non è diagnosticato e, secondo Diabete Italia, da noi un diabetico su 3 non sa di esserlo.
Sono numeri che non possono lasciare indifferenti: la Giornata mondiale del diabete, che si celebra il 14 novembre, è stata istituita nel 1991 dall’International Diabetes Federation e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, con l’obiettivo di sensibilizzare e informare su questa patologia e sul tema importantissimo della prevenzione. Se oltre il 10% della popolazione mondiale adulta (tra i 20 e i 79 anni, dati “Atlas Diabetes Idf”) è, infatti, affetta da diabete, numerosissimi sono i soggetti che vivono la condizione di “prediabete”, anticamera della patologia, spesso senza averne neanche consapevolezza.

PREDIABETE: PREVENIRE È MEGLIO


Il prediabete non rappresenta in sé una malattia, ma aumenta di molto il rischio di incorrere, in diabete conclamato. Viceversa, quando correttamente monitorata, la situazione del soggetto prediabetico può migliorare, e dal prediabete si può regredire, prevenendo o quanto meno ritardando di anni l’insorgenza del diabete di tipo 2. Il controllo periodico della glicemia a partire dai 45 anni resta l’arma più efficace per monitorare il livello di rischio che, ricordiamolo, dipende anche da alcuni fattori sui quali è difficile agire, come la genetica oppure l’età. Su molti altri, però, si può lavorare, a partire dall’alimentazione e dallo stile di vita e affidandosi, per ricevere informazioni corrette e veritiere sul diabete, ai professionisti della salute.

IL LAVORO FONDAMENTALE DI MEDICO E FARMACISTA


Parlarne con il farmacista e il medico e sottoporsi a visite periodiche ed esami diagnostici è sicuramente la scelta migliore: quante volte ogni giorno dai consigli ai tuoi pazienti sull’importanza dell’attività fisica, sull’alimentazione sana e bilanciata, sui rischi legati a un eccessivo consumo di zuccheri e altri alimenti dannosi per la salute? Quanto spesso ripeti ai tuoi pazienti di non fumare e mantenere sotto controllo il peso corporeo?
Per chi vive una condizione di prediabete il tuo lavoro è davvero essenziale, così come lo è per chi convive già con il diabete: la malattia non è sempre uguale ed è necessario un approccio più personalizzato al paziente cronico, che sappia accoglierlo nella sua complessità e unicità, anche perché è questa la via che dà migliori risultati. Secondo il Rapporto OsMed 2020 dell’Agenzia Italiana del Farmaco, l’aderenza alla terapia del paziente diabetico (di tipo 2) è molto bassa e raggiunge al massimo il 60% dei soggetti a un anno dalla diagnosi. La presa in carico del paziente diabetico cronico è, di conseguenza, fondamentale per aumentare queste percentuali e, soprattutto, per abbattere la mortalità legata alla patologia (un milione e 500mila i decessi attributi nel mondo, ogni anno, al diabete, secondo l’Oms, come si legge su www.salute.gov.it).

COME FARE MARCIA INDIETRO?


L’impatto del diabete si potrà contenere continuando a lavorare in futuro sulle misure preventive, con il coinvolgimento di tutti gli attori che hanno un ruolo nel contrastarne la crescente diffusione: innanzitutto divulgando corrette informazioni sulla patologia e sui suoi rischi, sostenendo campagne di educazione sul diabete rivolte a tutta la popolazione e, successivamente, monitorando i soggetti più a rischio, così da favorire la diagnosi precoce, arma essenziale per vincere la battaglia contro il diabete.
Ricordiamo, infine, che il diabete è una malattia dalle molte sfaccettature e dalle tante complicanze, alcune delle quali anche molto gravi, e che per questo necessita di un approccio multidisciplinare. Agli esperti del settore vanno forniti gli strumenti idonei per affiancare pazienti e potenziali futuri pazienti: linee guida aggiornate per riconoscere la patologia fin dalla fase del prediabete e per la gestione del diabete conclamato, risorse economiche e tecnologiche per rendere possibile un monitoraggio delle fasce di popolazione più a rischio e strumenti per un’assistenza adeguata a tutti coloro che già ne soffrono.