FANS topici piuttosto che orali, spunti e riflessioni da uno studio su una popolazione anziana.

La ricerca sul trattamento di strappi, stiramenti e contusioni (SSC) si è focalizzata prevalentemente su circostanze eccezionali, come gli incidenti automobilistici, occupazionali o correlati allo sport, mentre esistono poche analisi su quello che succede nel mondo reale.

Una delle classi di farmaci più usate in queste circostanze sono gli antinfiammatori non steroidei, per cui le preoccupazioni per i possibili effetti sistemici, come ad esempio i disturbi gastrointestinali, potrebbero orientare la scelta del trattamento verso prodotti per uso topico, piuttosto che orale. Per alcune di queste molecole, infatti, esistono studi che hanno confermato una ridotta incidenza di effetti avversi con l’utilizzo di prodotti topici, rispetto a quelli orali e una revisione Cochrane sull’uso topico di FANS per il dolore muscoloscheletrico cronico ha concluso che si possa raggiungere un soddisfacente sollievo dal dolore con questa classe di farmaci, senza il rischio di incorrere negli eventi avversi severi associati tipicamente ai FANS per via orale.

Ma funziona davvero così nella pratica clinica? Un gruppo di ricercatori americani ha esaminato i dati di 42.283 pazienti anziani (l’età media era di 73 anni), a cui erano stati prescritti antinfiammatori non steroidei per il trattamento acuto di strappi, stiramenti e contusioni. Lo studio aveva l’obiettivo di identificare i fattori associati alla scelta di prodotti topici, rispetto a quella di prodotti orali.

Sorprendentemente, in questa categoria di pazienti, l’uso di FANS topici era modesto (7.1% dei pazienti) rispetto a quello dei FANS per via orale (92,9%), nonostante la presenza di una percentuale importante di persone con comorbidità preoccupanti. Le condizioni concomitanti riportate più di frequente erano l’ipertensione (74% dei pazienti) e altre condizioni cardiovascolari (81,6%), ma non mancavano pazienti con disordini gastrointestinali preesistenti (25,5%). Si trattava inoltre di pazienti perlopiù politrattati, dato che mostravano in media l’utilizzo di 5,5 prescrizioni (il cosiddetto medication burden) e assumevano una media di 4,9 compresse al giorno, prima dell’infortunio.

In questa analisi, la presenza di altri trattamenti concomitanti risultava correlata con la prescrizione di un prodotto per uso topico, piuttosto che orale (OR 1.06, IC al 95% 1.04-1.08, p-value: <0.0001), il che potrebbe essere giustificato con la volontà di evitare possibili interazioni fra i farmaci. Anche la presenza di comorbidità gastrointestinali era un fattore correlato alla prescrizione di prodotti topici, come atteso, anche se rimane un dato preoccupante il fatto che a un 22,5% dei pazienti fossero prescritti FANS per uso orale nonostante precedenti episodi di sanguinamento gastrointestinale.

Inoltre, la prescrizione di un FANS per uso topico era più probabile nei casi in cui la diagnosi era fatta dal medico curante, rispetto ai casi gestiti al pronto soccorso. Questo potrebbe essere legato alla maggiore familiarità dei medici con la storia clinica del paziente, fuori dal contesto dei reparti di emergenza ed è un dato che fa riflettere su come, probabilmente, sarebbe utile migliorare l’accesso a queste preziose informazioni per gli operatori del pronto soccorso.

I dati provenivano da un registro assicurativo ed erano quindi relativi solo a farmaci soggetti a prescrizione, il che rappresenta un forte limite di questo studio, che non tiene conto del vasto mondo degli OTC, pur fornendo interessanti spunti di riflessione, sul trattamento a breve termine di strappi, stiramenti e contusioni, in particolare in pazienti anziani, politrattati e con comorbidità importanti.

Bibliografia:
Ref: Sheer R. et al. Factors Related to the Use of Topical vs. Oral NSAIDs for Sprains, Strains and Contusions in a Senior Population: A Retrospective Analysis of Administrative Claims Data. Drugs & Aging (2018) 35:937-950

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