Farmaci Equivalenti: bioequivalenza o anche equivalenza clinica?

Le domande più frequenti del clinico relativamente ai farmaci equivalenti sono anzitutto se l’equivalenza farmaceutica e la bioequivalenza correlano ad equivalenza clinico-terapeutica in termini di efficacia e sicurezza e secondariamente se hanno un impatto sull'aderenza terapeutica e se si associano ad un'aumentata incidenza di reazioni avverse rispetto ai farmaci originatori. Mentre la bioequivalenza viene generalmente dimostrata attraverso gli studi di farmacocinetica, trial clinici randomizzati di adeguate dimensioni che confrontino farmaci equivalenti vs farmaci originatori e aventi come endpoint gli outcome clinici sono difficilmente eseguibili e né vengono richiesti dalle autorità regolatorie. In assenza di trial clinici randomizzati, gli studi osservazionali condotti con rigore metodologico costituiscono una risorsa importante per raccogliere dati clinici sui farmaci equivalenti.

L’equivalenza farmaceutica e la bioequivalenza correlano ad equivalenza clinico-terapeutica in termini di efficacia e sicurezza?

Uno studio osservazionale recente, pubblicato su Scientific Reports1, ha cercato di rispondere a questa domanda.

Disegno dello Studio1

Si tratta di uno studio osservazionale retrospettivo, condotto in Austria in un database amministrativo di ricoveri e prescrizioni farmacologiche per patologie croniche (ipertensione o scompenso cardiaco, dislipidemia e diabete mellito) dal 2007 al 2012 di oltre nove milioni di cittadini assicurati, che rappresentano quasi la totalità della popolazione.

Sono stati confrontati:

valutando gli hazard ratios per:

  • la mortalità da tutte le cause
  • gli eventi avversi cardiovascolari maggiori (MACCE), costituiti da infarto miocardico, stroke, TIA (Transient Ischemic Attack) e morte.1

In generale i pazienti che hanno ricevuto farmaci originatori erano più anziani e più spesso erano stati ospedalizzati negli ultimi sei mesi. Inoltre, per gli ipolipemizzanti e gli antidiabetici la prescrizione di farmaci originatori era stata maggiore negli uomini rispetto alle donne. Allo scopo di rendere omogenei i due gruppi di pazienti è stata applicata la metodologia del propensity score.1

I risultati dello studio hanno evidenziato:

  • degli hazard ratios nettamente a favore dei farmaci equivalenti per tutte e tre le classi terapeutiche (ipertensione/scompenso cardiaco, dislipidemia, diabete mellito);
  • dopo aggiustamento mediante propensity score, la formulazione equivalente è risultata ancora significativamente associata ad una minore mortalità per 10 dei 17 farmaci analizzati e ad una minore incidenza di MACCE per 11 dei 17 farmaci.

I risultati a favore dei farmaci equivalenti sono stati confermati in una serie di sottoanalisi basate sul genere, patologia pregressa e interruzione del trattamento.1

Lo studio ha anche dimostrato una maggiore interruzione del trattamento con il farmaco originatore relativamente agli anti-ipertensivi (HR 1.23; 95% CI 1.05-1.44) e una statina (HR 1.80; 95% CI 1.63-1.99), mentre non sono state riscontrate differenze per gli ipoglicemizzanti (HR 1.02; 95% CI 0.97-1.07).1

In conclusione, i risultati di questo studio, condotto su un’ampia popolazione di pazienti, dimostrano che:

  • i farmaci cardiovascolari e metabolici equivalenti hanno efficacia almeno simile, e in alcuni casi superiore, ai corrispettivi farmaci originatori per quanto riguarda mortalità e MACCE;1
  • la persistenza terapeutica è generalmente superiore a quella osservata per i farmaci originatori.1

Questo studio conferma studi precedenti condotti in pazienti in trattamento con farmaci cardiovascolari equivalenti appartenenti alle classi terapeutiche delle statine, anti-ipertensivi e antiaggreganti piastrinici.2-5

Il clinico che ha ancora delle remore per l’utilizzo esteso dei farmaci equivalenti può essere rassicurato che questi farmaci possiedono le seguenti caratteristiche:

L’impiego appropriato delle risorse è una condizione imprescindibile per la sostenibilità della struttura universalistica del nostro Sistema Sanitario Nazionale. Il risparmio dei costi dell’assistenza farmaceutica, senza pregiudicare la qualità e gli esiti delle cure, ottenibile attraverso l’utilizzo dei farmaci equivalenti, libera risorse importanti per rendere disponibili ad una più ampia fascia di pazienti farmaci innovativi di costo elevato.3,5

Dr. Giuseppe Di Pasquale

Consulente di Cardiologia dell’Azienda USL di Bologna e
precedentemente Direttore dell’UO Cardiologia dell’Ospedale Maggiore di Bologna.

Bibliografia

1. Tian Y, Reichardt B, Dunkler D et al. Comparative effectiveness of originatoried vs generic versions of antihypertensive, lipid-lowering and hypoglicemic substances: a population-wide cohort study. Scientific Reports 2020
2. Manzoli L, Flacco ME, Boccia S et al. Generic versus originatori-name drugs used in cardiovascular diseases. Eur J Epidemiol 2016;31:351-368
3. Kesselheim AS, Misono AS, Lee JL et al. Clinical equivalence of generic and originatori-name drugs used in cardiovascular disease: a systematic review and meta-analysis. JAMA 2008;300:2514-2526
4. Gagne JJ, Choudhry NC, Kesselheim AS et al. Comparative effectiveness of generic and originatori-name statins on patient outcomes. Ann Intern Med 2014;161 400-407
5. Ko DT et al. Clinical outcomes of Plavix and generic clopidogrel for patients hospitalized with an acute coronary syndrome. Circ Cardiovasc Qual Outcomes 2018; 11e004194

Cod. NPS-IT-NP-00090